Un mese per strada col megafono a “sparare” poesie sui passanti, una guerriglia di versi, chitarre e tamburi per urlare contro la guerra (in Ucraina) e le guerra (decine in corso, totalmente ignorate). L’iniziativa del collettivo DisobbedienzaCreativa è sintetizzata in questo video: un mese di performance artistiche e di poesie recitate ed urlate. Bombe poetiche e musicali per ricordare ai potenti che la pace sta in quella minuscola scintilla divina che vive nella creazione artistica. La ricerca del bello contro l’orrore delle guerre. “Dove abbiamo dormito?” mentre echi di guerre si udivano il lontananza. Eravamo persi in un “mondo fracassone” intenti “a lanciarci su molliche di silenzi, su una libertà defunta”, rincorrendo una finta apparenza di normalità che ci teneva al “sicuro”.
Il progetto “Versi In Rivolta- Libera La Poesia o Muore“, nato da Francesca Mazzoni, Francesca De Michele e Francesca L’Altrelli, si unisce a diverse realtà artistiche dell’entroterra campano per la realizzazione di un video collettivo contro le guerre. Il video è il risultato di un mese di performance di strada a cui anno partecipato il gruppo di musicisti ciclo-nomadi poeti di strada “Oceane e Balu'”, La Yurta di Flavia Iori. La bottega del liutaio Enrico Minicozzi. Gio e Cri. RADIO CRT. Le Surte. Augusto Gomma. MANU. Mariaurora Terlizzi, Il gruppo “Attacchinaggio poetico Irpino” di Anita Di Pietro e Irma Barone, Newton Fusco e Katiuscia Romano, Il compositore di “Sonno e Sogni” (pezzo iniziale del video), il gruppo Vocalcitrants: (Lucas Melean, violoncello, Florent Murcia, voce e chitarra, Oceane Goubier, voce).
Può la pace nascere attraverso la poesia? Può quel sentimento artistico guidare l’essere umano verso un sentire comune? Parafrasando l’Anarchico Kropotkin «Se riuscissimo a metterci nei panni degli altri, tanto da sentire gli altri come fossimo noi non avremmo più bisogno – della guerra- perché agiremo per il bene comune». Come possiamo sentire l’altro come noi stesso? Solo attraverso l’empatia che nasce – spontaneamente – attraverso l’esercizio poetico ed artistico (nelle sue forme più disparate).
Attacchi di/versi in strada
Contro tutte le guerre.
Dove abbiamo dormito finora?
Nell’abbraccio di un mondo fracassone. Grandi mani per sparare meglio.
In appartamenti
O
Su strade.
A lanciarci su molliche di silenzi, su una liberta’ defunta, su una guerra contro chi?
Naufragati nell’abbandono. Pallidi. Assuefatti. Rabbiosi. Nulli nella totalita’ dell’odio.
Si’ capeggiare. Si’ intascare. Si’ razziare.
Si’ ma noi scriviamo poesia. C’entra resistere.
Ai fucili preferiamo le bombe carte poetiche. Sangue che scorre e’ d’inchiostro. Non uccidiamo. Leggiamo Kaufman, Majakovskij, Artaud, Dylan Thomas, Adonis, Soyinka, Cecilia Meireles, Borges, Mina Loy, Anne Waldman, Allen Ginsberg, Whitman. La guerra vista dai poeti e’ sonno del cervello. Agli angoli della storia, gli eroi della parola sono orfani ora. Ma siamo vivi. Siamo I vivi con I morti. Siamo la poesia resistente in pasto ai diavoli del potere
Ne’ serva. Ne’ padrona.
Siamo la parola
Viva o sepolta
Tutt’ossa e liberta’.
Essere o non essere?
Siamo.
Siamo i vivi con i morti
La poesia resistente
In pasto ai diavoli del potere
Dentro cattedrali riscaldate
Case addomesticate dalle tv
Ultime notizie dal fronte:
Domani all’alba
Staremo a guardare
Sempre la stessa scena
Il gioco dei ricchi
Nei sotterranei delle metropolitane
Nei sotterranei delle infanzie rotte
Nei sotterranei di una liberta’ andata
Nei sotterranei di un presente
Bombardato dalla pazzia.
Ho visto le migliori menti
Della mia generazione
Distrutte dal patriottismo armato
Attaccate moralmente
Attaccate mortalmente
Purche’ il padrone vinca
Purche’ i governi salvino l’economia.
Un po’ di crani
Ogni tanto
Saltati in aria
E’ il futuro d’horror
Per i poveri
Piccoli crani a morire
Piccoli crani in zona macello.
Bisogna che bruciamo
Tutte le divise
All’ingresso delle nostre vite
Non ci servono munizioni
Per la manutenzione del corpo
Cieli lapidati dall’odio quotidiano
Spiriti umiliati nelle anticamere dei ministri
Celebrare la persona nei cimitero della giustizia.
Non ci serve ringraziare
Chi ha deciso di adottare
Decisioni militari sull’umanita’
D’altro canto
Per quanto noi ci crediamo assolti
Siamo sempre coinvolti
Ma siamo i vivi con i morti
Le voci esistenti
Di tutti quei volti
Che se ne son andati
Dimenticati
Fluttuanti nella polvere
Siamo i vivi
Gli sperduti
Che proseguono
La poesia resistente
Che canta se stessa
Che celebra se stessa
Ne’ serva ne’ padrona
Siamo la poesia
Senza manie di dominio
E con nessuna voglia di discriminare
Siamo la poesia
Suonata
Disegnata
Dipinta
Recitata
Portata in strada
L’unico sangue che scorre
E’ d’inchiostro
E voce in strada
Viva e sepolta
Viva o sepolta
Tutt’ossa e liberta’.
Testo Francesca De Michele, aka Fran Allen Zimmerman