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Il ritorno delle querce, l’iniziativa della Lipu a Benevento

Gli alberi sono, tra gli esseri viventi, i più antichi che abitano il nostro pianeta. Un polmone che respira permettendo la vita di una buona parte delle specie animali – uomo compreso – che camminano ed abitano la superficie. Le colonne che sorreggono i cieli del mondo. Stringere tra le mani un seme piccolissimo è pensare che quel seme possa poi svilupparsi un gigante di legna cela in sé un qualcosa di miracoloso. 

L’essere umano è nato in un giardino. Recita la genesi « Così il Signore Dio fece crescere dal suolo ogni albero desiderabile alla vista e buono come cibo e anche l’albero della vita nel mezzo del giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. » Siamo nati nel mezzo di una bellissima foresta e il bisogno naturale dell’uomo per gli alberi ha favorito la nascita di un culto degli alberi (dendrolatria).L’albero è una figura che appare nelle tradizioni di molti popoli del mondo occidentale ed orientale. Tra i più conosciuti i miti nordici legati all’Yggdrasil, l’albero del mondo dei culti druidi legati all’albero della quercia, le leggende nostrane della Noce di Benevento legate ai culti pagani e alle streghe.

Lo sviluppo della “civiltà umana” ha finito immancabilmente per privarsi della spiritualità che lo legava agli alberi per sostituirla con i miti dell’industrializzazione e del profitto indiscriminato. Oggi l’uomo è il custode di un giardino che sta scomparendo per l’opera dello stesso uomo. Abbiamo sostituito le foreste con pascoli per gli allevamenti intensivi e per foreste di cemento che chiamiamo città. Non abbiamo solo abbandonato il culto degli alberi ma ci siamo incamminati lungo un percorso suicida che sta contribuendo a tramutare l’ossigeno in un veleno asfissiante che finirà per soffocare il futuro dei nostri figli. 

Solo riconnettendoci al nostro antico ruolo di custodi della natura potremmo garantire la nostra sopravvivenza in questo mondo. Avviare percorsi di riforestazione non solo su terreni incolti ma nelle stesse città creando delle vere “City Forest“. Rivedere il nostro modo di vivere. Abbandonare quei malesseri che si acuiscono vivendo lontano dalla natura per ritrovare la felicità dei piccoli gesti in comunione con il nostro ambiente. « Piantare gli alberi – spiega, l’attivista in Introterra, Valentina Ricciardi – è come dare vita a nuove speranze. Un futuro più green e più felice fatto di ritmi lenti, di cura, di attesa e pazienza. Tutte cose che nella nostra società in continua accelerazione abbiamo abbandonato.»

Domenica 21 Novembre, Giornata Mondiale dell’Albero, la Lipu in collaborazione con una rete di Associazioni beneventane tra cui l’Associazione “Introterra”, il gruppo di Associazioni rappresentate dalla “Tribù del Cambiamento”, il gruppo informale “Mamme Rana” ed il gruppo di acquisto solidale “GASB Arcobaleno”, avvierà un progetto riforestazione nell’Oasi Beneventana  “Zone Umide Beneventane”. L’iniziativa è patrocinata dalla Regione Campania, dalla Provincia di Benevento, dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Benevento.

«A partire dalla data simbolica del 21 novembre, la Lipu – spiega il delegato provinciale Marcello Stefanucci – piantumerà oltre 300 alberi e arbusti forniti dai vivai forestali di Benevento del Settore Agricoltura e Foreste della Regione Campania.»  L’obiettivo dell’iniziativa è ripristinare i querceti tipici dell’Appennino sannita perché «questi boschi collinari di querce – spiega il delegato Lipu – benché tipici del Sud Italia, sono in regressione: vengono tagliati per fare legna da ardere e spesso il loro posto viene occupato da una pianta invasiva proveniente dall’America, la pseudoacacia “Robinia“. Cresce facilmente e soppianta le querce che hanno crescita più lenta. Il nostro scopo è quello di provare a ricreare un pezzo di ambiente autoctono lungo i terreni a valle e a monte della pista ciclabile. Sulle colline che digradano verso il fiume»

La lodevole iniziativa della Lipu non vuole e non deve lasciare il tempo che trova. La giornata di Domenica deve essere vista come un punto di partenza. Un’occasione per rivedere il nostro approccio con la natura, sia nel privato che nel pubblico. Ritornare sulle scellerate decisioni prese finora e porvi rimedio per il futuro delle future generazioni. «Piantumare alberi – ci spiegano gli organizzatori – significa avviare una campagna di educazione ambientale ma anche di educazione al futuro» Un punto di partenza anche per modellare una didattica alternativa. Una didattica che non imprigioni i nostri giovani in aride aule ma che professi la libertà di vivere il mondo e di apprendere da esso.