L’ortica è una delle piante “pungenti” per eccellenza, e sin da bambini ci insegnano a starne alla larga. Ma in realtà è una risorsa preziosa per la nostra salute, nonché un piacevole e interessante ingrediente in cucina. In questo periodo le sue foglie sono particolarmente tenere e adatte per essere raccolte e consumate.
Pianta marziale per eccellenza, l’ortica – si sa – “punge”: basta solo nominarla e la mente va in automatico all’immagine (o meglio, di solito al ricordo) dei suoi peli urticanti che al solo contatto con la pelle causano arrossamento e formazione di “bolle” (vesciche) che prudono e bruciano. Ma l’ortica è anche un erba venusina (e quindi antinfiammatoria): pochi sanno che uno dei rimedi più efficaci e più a portata di mano per “spegnere” il bruciore causato dai suoi peli è il succo della stessa ortica, che applicato sulla pelle apporta immediato sollievo al malcapitato che si fosse punto.
Se ci fermiamo solo al suo aspetto pungente commettiamo un grave errore, perché l’ortica è una pianta utilissima. Innanzitutto è perfettamente commestibile: le sue parti aeree (foglie e giovani getti) possono essere mangiate sia crude (attenzione a metterle prima in ammollo per alcune ore in acqua fredda, meglio se con l’aggiunta di alcuni cubetti di ghiaccio, per spegnerne la “pungenza”) che cotte. Il suo sapore è abbastanza intenso per cui è preferibile non mangiarla da sola, ma è davvero molto buona! Può essere usata, ad esempio, per realizzare un ottimo risotto o degli arancini di riso (semmai adoperando il risotto che è avanzato dal giorno prima, così da non sprecare nulla), per arricchire il ripieno dei ravioli con la ricotta, per colorare e insaporire la pasta fatta in casa, per realizzare una zuppa, insieme ad altre verdure, o per accompagnare un piatto di carne.
Può essere lessata, saltata in un buon olio EVO da cruda o da cotta oppure “affogata” facendola cuocere in padella coperta, con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio e un po’ di sale. È importante, però, non buttare mai l’eventuale liquido di cottura: ricchissimo di sali minerali e di sostanze preziose per la nostra salute, può essere riutilizzato in cucina o bevuto come tisana. La nostra ortica, infatti, ha davvero parecchi pregi: è una pianta depurativa che aiuta a drenare le tossine e che sostiene fegato, reni e intestino, a tutto vantaggio anche della nostra pelle che, con l’uso abituale di questa erba, diventa meno asfittica, meno impura e più luminosa; è un buon tonico che ci dà una mano a rimetterci in sesto nei periodi in cui ci sentiamo più affaticati; ha un effetto regolatore sul calore organico, essendo capace di diminuire le infiammazioni ma allo stesso tempo di riscaldarci quando ci sentiamo un po’ “freddi dentro”. Soprattutto è un’alleata preziosa per chi ha carenza di ferro: consumandola un paio di volte alla settimana riesce, di solito, a regolarizzare in tempi brevi i valori ematici.
La si può anche essiccare e polverizzare in modo da poterla usare quando le foglie fresche non sono disponibili: la polvere di ortica può essere usata tal quale, aggiunta a cibi o bevande, o in cottura. Viste le sue caratteristiche “spinose”, per evitare di essere punti durante la raccolta è bene utilizzare guanti di lattice o gomma che siano ben spessi: sono adattissimi i guanti da cucina o quelli da giardinaggio; non sono, invece, sufficienti i guanti monouso in lattice. È preferibile raccogliere la pianta prima che fiorisca. In erboristeria è usata per le sue qualità di tonico nutritivo/ricostituente, alterativo (purifica il sangue), troforestorativo renale (supporta il funzionamento dei reni), diuretico, emostatico, emotonico, galattagogo, emmenagogo, stimolante del metabolismo, analgesico, vulnerario (sana le ferite).
In Italia, sono presenti 6 specie: U. atrovirens Req. Ex Loisel., U. dioica L., U. membranacea Poir., U. pilulifera L., U. rupestris Guss. e U. urens L. [FloraIt]. Di queste, le più comuni sono U. dioica, U. urens e U. membranacea, tutte ugualmente commestibili e utilizzabili in erboristeria, mentre quella più “pungente” sembra essere l’ortica romana (U. pilulifera), commestibile al pari delle altre specie e, secondo alcuni autori, la più efficace in terapia [Gerard].
Pierluigi Campidoglio
Immagine in evidenza: Urtica membranacea Poir. in fiore
Riferimenti:
[FloraIt] Sandro Pignatti et al., “Flora d’Italia”, 2.a ed., Edagricole (2018)
[Gerard] John Gerard, “The herball, or, Generall historie of plantes”, London (Ed. 1636)