rito Seà la vecchia

L’antico rito del “Seà la vecchia” a Morcone, tra Carnevale e la Quaresima

Antico rito quaresimale del mondo contadino, il “Seà la Vecchia” ha segnato la conclusione del Carnevale morconese di quest’anno, caratterizzato anche dal ritorno in grande stile (con un enorme Drago cinese) della tradizione dei carri allegorici locali

@bmagazine.it #Drago cinese avvistato nel #Sannio. I paesani lo accolgono con dolci e rustici tipici. #Carnevale #Morcone e quello che vuoi tu! vedi anche @bMagazine.it #entroterra ♬ suono originale – bMagazine.it

Negli ultimi anni, per svariati motivi, in ultimo il covid, la manifestazione dei carri allegorici a Morcone è stata sospesa. È da qualche anno che un gruppo di artisti locali e ragazzi armati di buona volontà ha deciso di impegnarsi nella realizzazione di un unico carro che aggregasse l’intero territorio. E così è stato quest’anno: per un intero mese i volontari si sono riuniti nell’area della Fiera per costruire l’enorme dragone visibile nel video. Il carro ha sfilato x le strade delle diverse Contrade di Morcone, dove è stato accolto con dolci e rustici tipici. Infine il Carnevale morconese si è concluso domenica 26 febbraio con il rito del “Seà la vecchia”.

IL RITO DEL “SEA’ LA VECCHIA”

Si tratta di un rito quaresimale del mondo contadino, di origini antichissime, che in passato si ripeteva ogni anno a metà Quaresima, quando era usanza incontrarsi tra amici e parenti per alleggerire le ristrettezze alimentari quaresimali, dato che per l’occasione era permesso anche “mangiar grasso”. Nato come rito propiziatorio, la vecchia da segare rappresenta la Quaresima, momento di austerità per ogni cristiano devoto, ed incarna tutti gli aspetti negativi della stagione passata. Segare la vecchia, invece, rappresenta la fine della magra ed auspica la prosperità della nuova stagione dopo la pausa invernale. Nella rappresentazione a carattere burlesco andata in scena domenica scorsa la vecchia è tra il pubblico e, a causa di una gamba dolente, viene sorretta ed accompagnata da parenti sul palco.

Subito dopo entrano in scena due baldanzosi boscaioli che, in modo maldestro, decidono di segare la gamba dell’anziana signora. Quest’ultima comincia a lamentarsi sempre di più al punto da spingere i parenti a chiamare il dottore che arriva subito in soccorso insieme ad esuberanti infermieri. Questi, una volta constatato lo stato in cui si trova la vecchia, tenta di medicarla in ogni modo, ma a causa delle troppe ferite riscontrate sul corpo chiede di chiamare i carabinieri. Giungono sul posto un maresciallo e un appuntato che cominciano ad interrogare tutti i presenti fino a far instaurare un finto processo che si chiude con la condanna dei boscaioli. Nel frattempo la vecchia, che sembra essere sul punto di morire, si alza all’improvviso e corre via seguita da tutti i protagonisti della rappresentazione per unirsi allegramente alla folla degli intervenuti in canti e balli.

Secondo la tradizione, nella rappresentazione di “seà la vecchia” tutto lo spettacolo deve essere caratterizzato da un linguaggio “volutamente osceno, perché attraverso la licenziosità dello stesso è facile cogliere il sorriso, lasciar sfogare la gioia; questo è importante per la superstizione popolare poiché se non vi fosse l’ilarità durante la rappresentazione, i raccolti andrebbero male, l’annata agricola non avrebbe un esito felice” (cit.). Insomma per la bravura dimostrata dagli attori che hanno segato la vecchia della Nostra Terra e per l’ilarità innescata tra il pubblico ci siamo assicurati di certo prosperosi raccolti!

Angela De Cianni