L’anno scorso abbiamo proposto il regalo della natura di Maica Rotondo: olive nere infornate, olio, finocchietto, alloro e bacche di biancospino (tutti ingredienti raccolti a mano e prodotti in uno stesso incontaminato uliveto sannita). Quest’anno riceviamo e pubblichiamo la bella composizione vegetale di Nina Iadanza e Raffaele Biscardi. «Per i nostri regali di Natale – spiegano – abbiamo pensato a delle cornucopie di salice con rami, frutta e fiori del nostro giardino e del bosco intorno, nel segno dell’abbondanza e della buona fortuna». Un’abbondanza che non è quella consumistica, capitalistica ma quella della vita
Come da antichissima tradizione, ormai quasi dimenticata, i cesti sono di salice intrecciato a mano. Il resto degli “ingredienti” di questo regalo della natura è stato raccolto al momento:
rami storti dal vento;
pigne profumate di resina trovate a terra sotto i pini;
rametti di lentisco;
bacche di biancospino e asfodelo;
melograni dell’albero del giardino;
rametti di agrifoglio e il vischio cresciuto sull’albicocco e sul tiglio di casa…
Belli, profumati, selvatici, tutti veri. Autoctoni, ma, soprattutto, imperfetti… L’insegnamento è quello di Jorn De Precy, il ribelle orticoltore islandese che agli inizi del Novecento scrisse “E il giardino creò l’uomo”, libro-manifesto ribelle e sentimentale sul ritorno al verde selvatico. Mai come oggi c’è bisogno di un contatto più diretto e autentico con la terra e i suoi frutti, con la natura e i suoi cicli senza forzature. Un’ulteriore forma di rispetto per l’ambiente a partire dai gesti minimi e quotidiani.
«Abundantia è nella mitologia romana la personificazione dell’abbondanza e della prosperità, nonché la custode della cornucopia, con cui distribuiva cibo e denaro…»
Nina Iadanza, insegnante
Raffaele Biscardi, giardiniere-paesaggista