Appuntamento questo week-end per il bilancio del progetto “Torno Spesso” che ha proposto uno sguardo nuovo su «chi va, chi torna e chi resta», riflettendo su spopolamento delle aree interne e bisogni culturali insoddisfatti. Tanti gli ospiti della due giorni conclusiva, tra responsabili Arci nazionali, ricercatori e formatori coinvolti. Atteso anche l’intervento del rettore Canfora
Con la due giorni di “Benevento A/R” il progetto “Torno Spesso” arriva al capolinea, tracciando il quadro di un anno e mezzo di ricerche e attività. In 15 mesi di lavoro “Torno Spesso” ha proposto uno sguardo nuovo su “chi va, chi torna e chi resta”, come recita il sottotitolo della pubblicazione che raccoglie l’esperienza del progetto. L’iniziativa, promossa da “Arci Benevento” e finanziata dalla Regione Campania con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha analizzato e ripensato la relazione tra spopolamento e carenza di luoghi di cultura e aggregazione, legando a doppio filo i bisogni socioculturali non soddisfatti e le motivazioni sociali e culturali che portano migliaia di giovani a lasciare il proprio paese d’origine e a tornarci sempre meno di frequente (una tematica troppo spesso riduttivamente rubricata sotto la voce di carenze occupazionali più o meno evitabili).
In questa direzione, “Torno Spesso” ha messo a punto un insieme di idee, azioni e appuntamenti per incentivare processi di riavvicinamento al territorio, basati su una meticolosa indagine sociologica (rivolta a migliaia di giovani in partenza) e su una mappatura dei bisogni socioculturali e dei luoghi di cultura attivi e potenziali del Sannio. Pubblicata online e accessibile a tutti per stimolare nuove relazioni e progetti, la “Mappa dei luoghi di socialità e cultura del Sannio” ambisce a essere uno dei principali punti di partenza per la progettualità futura della rete “Torno Spesso” in tema di rigenerazione territoriale, anche con il proposito di riuscire, tutti insieme, a evitare la serrata definitiva lungo il corso ancora imprevedibile dell’emergenza sanitaria.
Stasera alle 18.30, al Palazzo De Simone di Benevento, il focus sarà dunque su “Aree interne e attori politici d’avanguardia”: assieme ai coordinatori e agli operatori del progetto (Lorenzo Carangelo e Diana Cusani) interverranno il responsabile cultura di “Arci” nazionale Carlo Testini, il rettore dell’Università del Sannio Gerardo Canfora, il vicepresidente nazionale di “UCCA” Antonio Borrelli e l’operatore di “Mediterraneo Comune” Guido Lavorgna. A seguire aperitivo presso la Libreria Masone – Alisei con proiezione del film “I vetri tremano” del regista Alessandro Focareta, introdotto dalla responsabile della attività di “Torno Spesso” Chiara Rigione («“I vetri tremano” del titolo è la frase che il padre disse al regista quando aveva tre anni, durante il terremoto dell’Irpinia. Focareta – spiega “Taxidriver” ha voluto fare i conti con i vetri interiori che tremano, dando voce anche a vissuti di fragilità, come l’allontanamento dai genitori per andare lontano, i riti e le piccole manie prima di volare»).
Domani alle 18 la kermesse si sposta alla nuova sede di “Arci Benevento” con la presentazione dei risultati dei monitoraggi del progetto a cura dell’antropologa Ramona Viglione e gli interventi del presidente del comitato provinciale “Arci” Fulvio Ianiro, la responsabile volontariato e terzo settore di “Arci” nazionale Francesca Coleti, il formatore di “Social Hub” Emilio Vergani, il ricercatore indipendente Leandro Pisano e l’operatore culturale Ernesto Razzano. Al di là della metodologia rigorosamente scientifica della ricerca-azione, il brand “Torno Spesso” conserva il sapore di quelle rassicurazioni sincere e spesso disattese fatte alla nonna, alla mamma o al fidanzato prima di mettersi sul TAV. Un proposito diventato perno di una rinnovata progettualità, precedente possibile per le prossime iniziative in campo. L’obiettivo, improcrastinabile, è superare lo “stigma dell’emigrante”, spesso estromesso dalla cosa pubblica del suo territorio perché lontano, e riportare le competenze di chi parte nelle comunità restanti. Perché «sotto i 40 anni la gente si muove, esce e torna nella comunità».
«Io rifiuto /quell’aria / attaccata alla fuga / che chi sa quando mi farà tornare alla fonte. / Scappare o tornare / vuol dire snodare lo stesso dolore»: così recitano i versi di Francesca De Michele che aprono uno dei 10 saggi della pubblicazione finale del progetto, tra cui “Il gioco dell’invisibilità” di Giulia Tesauro, “Premesse per (non) tornare” di Lorenzo Carangelo, “La mission (impossible) di Arci nelle aree interne” di Fulvio Ianiro, “Questionari per anime in fuga” di Ramona Viglione, “Storie di amore e di esilio per aree interne” di Pasquale Raicaldo, “Un paese per vecchi: borghi culturali e beghe condominiali” di Alessandro Paolo Lombardo, “Filtri estetici del margine, l’esperienza di Landscape 2021” di Chiara Rigione, “Interferenze: sperimentare comunità nelle aree rurali” di Leandro Pisano, “Senso e valutazione dei progetti sperimentali” di Emilio Vergani, “Epilogo. Tornerò più spesso, e alla fine sono rimasta” di Carmen Ciarleglio.