Da qualche anno, verso quest’ora, in questo giorno, a me cominciano a mancare, in rigorosa successione della liturgia (uso il termine in accezione del tutto avalutativa):
– il concentramento in Piazza Orsini, rigorosamente alle ore nove;
– tutti e cinque gli schiavicati che effettivamente si presentavano al rigoroso concentramento delle nove in Piazza Orsini;
– la quindicina di volantini, ognuno rappresentativo di una quindicina di approcci critici, duramente critici, radicalmente critici, drasticamente critici, alla ricorrenza, non sia mai iddio non ci intossichiamo una festa, immancabilmente prodotti. il fatto che girassero quindici volantini diversi non comporta in alcuna maniera che ci fossero quindici persone in piazza a distribuirli. Quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci fu un dilettante, se paragonato alla nostra capacità di moltiplicare sigle e firme;
– il viecchio che gli dai il volantino e dice ‘ma ch’è succies’;
– il corteo fino a Piazza Matteotti, tolto il naturale avvicendarsi delle vite e delle morti, partecipato e animato dalle stesse novantatre persone o dai loro successori;
– tutte e novantatre quelle persone, comprese i successori. Sappiate che, pure se non son riuscito a dimostrarlo, vi ho sempre voluto e tuttora vi voglio bene, a uno a una;
– il discorso di Tonino Conte, pure se negli ultimi tempi tendeva a frenare la propria verve oratoria, contenendo l’allocuzione in quei tre quarti d’ora, sempre un grande piacere ascoltarlo;
– per arrivare poi al momento clou, momento si fa per dire, un momento dall’una e mezzo della mattina fino all’ora imprecisata della notte in cui riuscivi ad arrecoglierti sulla via di casa: il pranzo sociale al Centro Sociale Autogestito Depistaggio, con tutti gli annessi, i connessi e i rilevanti quantitativi di vino, anticipando in questa pratica l’insegnamento dell’attuale leader della sinistra italiana, Papa Bergoglio: non c’è festa senza vino. E’ un peccato che sconfina nella colpa, esserci fatto rubare tutto questo, ma non sarà mai troppo tardi per recuperarlo.
Nicola Savoia