«Basta diserbanti: finiscono nell’acqua e in quello che mangiamo»

La stagione dei diserbanti è solo all’inizio. «Da questo momento in poi i consumatori saranno stretti tra l’incudine e il martello: tra le grandi aziende che ne fanno un uso estensivo e i piccoli e medi agricoltori che spessissimo utilizzano a loro volta prodotti chimici aggressivi nelle loro coltivazioni. Queste sostanze tossiche si accumulano nelle falde acquifere, finiscono nei cibi, provocano tumore, uccidono le api, compromettendo i cicli di impollinazione e la biodiversità. E trovare un prodotto sano in questa strettoia è difficilissimo». A ribadirlo con forza è Giuseppe Ciarcia, presidente dell’associazione Ecopotea, che indica una possibile strada per uscire da questo tunnel: allearsi con i contadini e creare delle filiere di autoproduzione partecipata, smarcandosi anche dal giogo della grande distribuzione e promuovendo un’economia più giusta.