miti cosmogonici

4 Miti Cosmogonici

Quelli che proponiamo di seguito sono 4 miti cosmogonici scritti, “esercitando il pensiero mitico”, da gruppi di alunni della prima media in 4 sedute di lavoro nel cortile della scuola

IL PASTO DELLA FAMIGLIA COSMICA

Prima che esistesse il tempo, la famiglia cosmica degli dei si sedette a tavola in una mensa infinita. Essi si misero a mangiare i divini piatti quando ad un certo punto dal piatto del Maestro Fataoh caddero delle briciole di pane che uscirono dall eternità… Ogni briciola si trasformò in una diversa stella creando così un cielo stellato sotto la tavola. L’uccellino cosmico, vedendo le briciole di pane, si precipitò a mangiarle e beccando si crearono i pianeti… La piccola Luna, annoiata, si mise intanto a pettinare le bambole sulla tavola facendo cadere i capelli, che diventarono i fili d’erba e i prati dell’eternità. La pace però ad un tratto si interruppe, un silenzio profondo cadde sui visi pallidi mentre lo sguardo del maestro era da metter paura… Un grido assordante terrorizzò persino l’uccellino cosmico.
– Da quando sulla tavola di Fataoh si pettinano le bambole?! – urlò a sua figlia Luna, lei sbiancò e si mise a piangere correndo nella sua cameretta. La mamma fece per alzarsi e andare a consolarla… ma il pugno di Fataoh che rabbioso sbatteva contro il tavolo la intimorì. La zuppa si riversò tutta sotto il tavolo creando la marea dell’infinito… La tavola iniziò a tremare come in un terremoto
– Non siete degni della mensa divina. Come avete interrotto la pace in questo pasto così soffrirete nella vita delle vostre creazioni. Nacque così il litigio infinito.

Elena, Antonio, Greta, Antonio

IL PATTO DI GHIACCIO E FUOCO

Un giorno, il dio della lava fece visita al suo amico, il dio del ghiaccio. Quando il primo entrò in casa vide che il dio del ghiaccio stava progettando un piano per ucciderlo. Così chiese delle spiegazioni. Il dio del ghiaccio aveva compreso che il fuoco stava consumando e distruggendo tutto ciò che incontrava e aveva timore per la propria esistenza, per quella della sua famiglia e per tutte le creature che proteggeva. Il dio del ghiaccio così confessò al dio della lava di essere arrivato ad una conclusione, ossia che fuoco e ghiaccio non possono coesistere e che uno tra i due andava distrutto. Il dio della lava, dopo aver ascoltato le preoccupazioni e i timori del dio del ghiaccio, cercò di convincerlo a unire le forze e trovare un equilibrio tra ghiaccio e fuoco, ma il dio del ghiaccio non ascoltò la richiesta. Egli aveva infatti creato un’enorme sfera di ghiaccio come mondo per far vivere la sua famiglia e le sue creature e temeva per loro. Così tra i due iniziò una lunga battaglia. Combatterono giorno e notte senza tregua ma, dopo anni e anni di combattimento, i due dovettero riconoscere che non ci sarebbe stato un vincitore e trovarono un accordo che istituiva un mondo di ghiaccio e di fuoco, con figli di vene calde e di cuore freddo.  Il patto prevedeva che il fuoco non doveva dominare il ghiaccio e il ghiaccio non doveva dominare il fuoco ma entrambi dovevano lavorare e sforzarsi ogni giorno per mantenere il giusto equilibrio.

Armando, Anna, Cosimo, Francesco

LE LACRIME DELLA DEA

C’era una volta una dea che aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi lunghi lisci, morbidi come la seta. Il vestito lungo bianco e glicine. Tutto l’Universo era bianco come il suo vestito e nulla esisteva al di là di quella luce. Un giorno, mentre la dea camminava come sempre nella luce comparve un arcobaleno, la bellezza dei colori fu tale che la dea pianse dalla gioia. Pianse talmente tanto che le sue lacrime si mescolarono con i colori dell’arcobaleno. L’acqua cominciò ad assorbire ogni singolo colore. Così con l’azzurro nacquero il cielo e le acque, con il giallo il sole, con il verde la vegetazione, con il rosso la lava che fuoriusciva dai vulcani, con l’arancione un meraviglioso tramonto ed infine con l’indaco e il violetto delle splendide farfalle e tante altre specie. Così dalle lacrime di gioia della dea si creò il mondo in cui tutt’ora viviamo.

Martina, Emily, Elisa, Pietro

I FRUTTI DEL COSMO

Tanti millenni fa, l’albero Creatore, cioè Il Sole, perse dei frutti che, cadendo a terra, esplosero facendo fuoriuscire dei semi. Dopo alcuni anni, l’albero diede un nome ad ognuno dei suoi frutti. Ogni frutto aveva delle proprie caratteristiche. Un frutto dal sapore terroso leggermente amaro diede il seme da cui nacque Mercurio. Quello più dolce e, soprattutto, più bello, diventò Venere. Quello più succoso la Terra. Il frutto dal sapore più forte, amaro e rosso, diede origine a Marte. Quello più ricco di sfumature divenne Giove. Un frutto con tanti che circondavano la sua forma rotonda divenne Saturno. I frutti più freschi diventarono Urano e Nettuno. Passarono gli anni e cadde un nuovo frutto. Siccome era il più bello e saporito di tutti, era pieno dei morsi, era la Luna. Così, dopo tutti questi anni, finalmente si creò l’Universo.

Rim, Alessandro, Stefano, Helen